La crisi del coronavirus ci tiene saldamente in pugno e la fine sembra difficile da intravedere. Per ottenere l’immunità di gregge, il 70-80% della popolazione avrebbe dovuto ammalarsi o essere stato vaccinato. È fondamentale che il vaccino sia sicuro, non abbia gravi effetti collaterali, e che attivi la necessaria risposta immunitaria. Oltre ai vaccini e ai farmaci che contribuiscono ad influenzare positivamente il decorso della malattia, è promettente anche l’approccio della terapia con il plasma.
Tuttavia, la vera sfida potrebbe concretizzarsi solo al momento dell’approvazione, in quanto saranno da quel momento necessari miliardi di dosi. La Bill & Melinda Gates Foundation, per esempio, prevede almeno 7 miliardi di dosi. Per contestualizzare questo fatto, bisogna sapere che il mercato totale dei vaccini attualmente comprende un volume di circa 5 miliardi di dosi, di cui circa 1,5 miliardi sono vaccini antinfluenzali.
Ma iniziamo con lo sviluppo del vaccino. Il grafico in basso mostra come vengono sviluppati i vaccini tradizionali. In totale, ci vogliono mediamente dieci anni. Si fa un passo dopo l’altro. Nella fase 1 viene analizzata la sicurezza del vaccino e si cerca di trovare la giusta dose. Nella fase 2 ciò viene perfezionato e si osa dare un’occhiata all’efficacia. Nella fase 3 i risultati devono essere confermati da un ampio gruppo di soggetti da testare. Per l’approvazione da parte delle autorità è decisiva la valutazione dei rischi/benefici.
Nell’attuale procedura eccezionale, tuttavia, questo processo richiederebbe troppo tempo. Nel grafico in basso sono spiegate le condizioni attuali che sono mutate, tenendo conto dei requisiti di produzione che consentono di accelerare l’approvazione.
Da un lato, un numero molto più alto di pazienti viene testato molto prima e, dall’altro, si cerca di generare informazioni sull’efficacia il più presto possibile. A tal fine bisogna iniziare a produrre il vaccino quanto prima possibile. Ogni giorno in cui il vaccino è disponibile prima sul mercato, vite vengono salvate.
Quali fattori si aggiungono?
- Molte aziende hanno già lavorato a preparati contro la MERS e/o la SARS e ora possono attingere a queste conoscenze. Queste sono le aziende che hanno già potuto raccogliere sufficienti dati sulla sicurezza e adesso possono iniziare i test sugli uomini.
- Una disponibilità a collaborare senza precedenti da parte di aziende e istituzioni scientifiche.
- Autorità di approvazione dei farmaci che lavorano in tempi da record (“Emergency Use Authorization”).
Vaccino Covid -19: il ruolo della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) e dei privati
A rendere possibili i progressi nello sviluppo del vaccino è anche il CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations). Questa organizzazione, che è stata fondata solo nel 2017 al Forum economico mondiale di Davos, rappresenta una partnership innovativa di organizzazioni pubbliche, private, filantropiche e civili. Gli investitori sono Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Etiopia, Finlandia, Germania, Giappone, Arabia Saudita, Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Svizzera nonché la Bill & Melinda Gates Foundation e il Wellcome Trust. Anche la Commissione Europea offre contributi sostanziali per sostenere progetti rilevanti attraverso il suo meccanismo.
A questi si aggiungono investimenti del settore privato così come di singole persone attraverso il UN Foundation Covid-19 Solidarity Response Fund. L’obiettivo è quello di finanziare i vaccini contro le future epidemie. Finora queste comprendevano, per esempio, virus come MERS e Chikungunya. Il CEPI investe anche in tecnologie di piattaforma che possono essere utilizzate per il rapido sviluppo di farmaci contro agenti patogeni precedentemente sconosciuti (Malattia X). Una società austriaca (Themis Bioscience) in collaborazione con l’Institut Pasteur e l’Università di Pittsburgh ha inoltre ricevuto un finanziamento di 4,9 milioni di dollari USA per un vaccino Covid-19. Attualmente il CEPI sostiene anche progetti per la produzione di vaccini contro il Covid-19.
Su quale azienda dovrebbero quindi puntare gli investitori? Chi vince prende tutto? Siccome dal punto di vista odierno è necessario un numero molto alto di dosi di vaccino, non sarà solo un’unica azienda ad approfittarne. Per i test vengono utilizzate diverse piattaforme che, di conseguenza, sostengono anche il progresso scientifico nella ricerca e lo sviluppo di futuri vaccini.
Secondo l’OMS, al 15 maggio 2020 sono già in fase di sviluppo clinico otto vaccini, mentre altri 110 candidati sono ancora in fase di valutazione pre-clinica. Degli otto candidati nelle fasi 1 e 2, la metà viene sviluppata da aziende/istituti cinesi. Queste stime si basano sulle informazioni attualmente disponibili (aggiornate al 17 Maggio 2020), che possono cambiare con l’evolversi della pandemia. Gli sforzi imprevedibili e la buona collaborazione tra gli istituti di ricerca sono motivo di ottimismo. Qualunque sia lo sviluppo della pandemia da coronavirus, le società di ricerca dovrebbero in ogni caso continuare lo sviluppo fino al punto in cui, in caso di un nuovo focolaio, potrebbe essere rapidamente concessa l’Emergency Use Authorization.
Vaccino Covid-19: qual è l’impatto dal punto di vista della sostenibilità?
L’obbligo di vaccinazione, il prezzo e la fornitura del preparato su scala globale sono al centro dell’attenzione degli investitori sostenibili. Ecco perché:
- Obbligo di vaccinazione: un argomento complesso e multistrato, improbabile dal punto di vista odierno, ma non può essere escluso. Il focus si concentra sulla valutazione dei rischi e benefici e sulla questione delle alternative. All’inizio verranno probabilmente vaccinati con una quantità limitata di vaccino i gruppi più esposti (personale medico e determinati pazienti a rischio). Il passo successivo sarà quello di determinare quanto sia efficace e sicuro il vaccino e quali alternative siano disponibili (per esempio i test).
- Prezzi: Sembra che stia emergendo un modello, secondo il quale nella prima fase (pandemia) le aziende vendono i loro preparati a prezzi più convenienti o, per esempio, al prezzo di costo. Nella seconda fase (dopo la pandemia), i produttori si orienterebbero poi ai prezzi dei preparati antinfluenzali vaccino/farmaco). Gilead, per esempio, vorrebbe donare i primi 1,5 milioni di dosi di Remdesivir (farmaco antivirale). Johnson & Johnson ha già promesso di vendere un vaccino a prezzo di costo durante la pandemia.
- Access to Medicine: La questione dei vaccini svolge un ruolo importante anche per gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU (SDG). L’obiettivo numero 3 riguarda la salute, e i vaccini rappresentano una particolare priorità. L’obiettivo è quello di fornire vaccini a tutti i paesi. Grazie alla globalizzazione questo tema (Access to Medicine) è diventato molto più importante.
Testo di Connie Gaisbauer, Analista azionario (HealthCare), Raiffeisen Capital Management
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