La Cina è stato il primo paese ad essere colpito dal COVID-19. Dopo che Pechino è apparentemente riuscita ad impedirne la diffusione con misure estreme, è logico che l’economia cinese sia la prima a tornare di nuovo verso la normalità. Gli ultimi dati sulle esportazioni hanno sorpreso positivamente e anche l’utilizzo degli impianti della maggior parte delle aziende sembra nel frattempo essere tornato a livelli normali in tempi relativamente brevi, almeno secondo i dati ufficiali. Ciò non garantisce, tuttavia, il pieno ripristino dei quantitativi di produzione precedenti. Inoltre, dopo lo shock dell’offerta sulla scia dei suoi lockdown, la Cina ora sta affrontando uno shock della domanda causato dalle misure per contrastare il virus all’estero. Di conseguenza, le scorte sono aumentate notevolmente e resta da vedere con quale rapidità possano essere ridotte. Nei prossimi mesi è quindi più probabile che si vedano dati economici ancora volatili e in parte di nuovo più deboli. Ciò è ancora più valido in quanto per il settore dei servizi è molto più difficile recuperare con la stessa rapidità del settore manifatturiero. Questo perché la situazione sul fronte della pandemia rimane molto fragile.

Pechino ha annunciato nuovi test per tutti nella metropoli di Wuhan, che ha 11 milioni di abitanti, dopo il verificarsi di nuove infezioni da COVID-19. La città di Jilin nel nordest, con quattro milioni di abitanti, è stata isolata. La fragilità della situazione la sta mostrando anche Singapore. Per molto tempo la città-Stato è stata il modello di riferimento del successo nella lotta alla pandemia, ma ora sta registrando un nuovo aumento delle infezioni.
Nel frattempo, il governo e la banca centrale continuano ad adottare ulteriori stimoli fiscali e monetari, anche se ancora in modo abbastanza dosato. Questo dovrebbe continuare nei prossimi mesi. A condizione che non si verifichino nuovi problemi a causa della pandemia, ciò segnala almeno una graduale ripresa economica in Cina e nel mondo nella seconda metà dell’anno. Il nuovo aumento delle tensioni con gli USA aiuta naturalmente poco. Washington accusa più o meno apertamente la Cina di essere direttamente o indirettamente responsabile della pandemia globale e minaccia persino di chiedere risarcimenti e imporre nuove sanzioni. In cambio, la Cina, nell’ambito della controversia commerciale con gli USA, ha recentemente messo sempre più in discussione l’accordo “Fase 1”. Anche perché le improvvise distorsioni economiche globali rendono quasi impossibile rispettare questo accordo. Le azioni cinesi sono aumentate in media del 4-5% ad aprile.

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