Il Brasile è diventato l’epicentro della pandemia da COVID-19 in America Latina, anche perché il presidente Bolsonaro fin dall’inizio ha insistito a far funzionare l’economia ad ogni costo. Il numero delle persone contagiate e dei decessi è in rapido aumento e i governatori di molte province con le loro misure di contenimento si sono messi contro il presidente, così come il ministro della Salute, che, di conseguenza, è stato licenziato da Bolsonaro.

Economicamente, il Brasile si trova più che mai con le spalle al muro. Gli ambiziosi piani di riforma e di austerità del ministro dell’Economia sono stati mandati all’aria dalla pandemia. Per il momento la banca centrale è in grado di finanziare i deficit di bilancio, ma la dinamica del debito era già solo a malapena gestibile prima della pandemia. Con il rallentamento economico globale ora si rischia l’insolvenza nazionale o almeno un’ulteriore massiccia svalutazione della moneta, o entrambe.
La coalizione politica di Bolsonaro si è praticamente spaccata. Il presidente ha anche licenziato il capo della polizia federale per sostituirlo con un amico personale. Il ministro della Giustizia si è dimesso per protesta e ha accusato il presidente di ostruzione alla giustizia. Bolsonaro ora si trova di fronte a un imminente impeachment e sta lottando per la sopravvivenza politica. Egli fa sempre più affidamento su una stretta cerchia di militari che in questo modo stanno acquisiscono molta influenza e nel frattempo hanno così tanto accesso al potere statale come mai dalla fine della dittatura militare nel 1985. Bolsonaro, ex ufficiale dell’esercito, già durante la campagna elettorale si era fatto notare per la sua simpatia per un nuovo governo militare. Alcuni osservatori sospettano che stia governando il Paese solo sulla carta, mentre in realtà il vicepresidente Mourão, un generale in pensione, abbia già il potere nelle sue mani. A metà aprile aveva commentato con presunzione che tutto era sotto controllo, la domanda è, però, sotto il controllo di chi? La borsa di San Paolo è comunque cresciuta del 10% ad aprile. Allo stesso tempo, il real brasiliano ha ceduto di nuovo contro il dollaro, svalutandosi del 5% circa.

Diritto d’autore: Raphael Nogueira on Unsplash

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