La corsa alla decarbonizzazione del Pianeta è anche una corsa per la conquista della leadership economica a livello globale. Per questo Stati Uniti e Cina si sono impegnati a cooperare tra loro e con altri Paesi per affrontare la crisi climatica. In che modo? Rafforzando le rispettive azioni e cooperando nei processi multilaterali, tra le quali la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’accordo di Parigi.

Dietro a questa decisione c’è una corsa al super potere energetico. Così come è accaduto per la tecnologia, anche la transizione energetica da fonti fossili a rinnovabili sta diventando un affare di Stato con implicazioni geopolitiche importanti. Lo sottolinea un report di Irena dal titolo Global Energy Transformation che spiega come da qui al 2050 l’elettricità, dato un utilizzo sempre maggiore per trasporti e riscaldamento, dovrà soddisfare il 50% del fabbisogno energetico globale contro il 20% di oggi. La decarbonizzazione del Pianeta porterà quindi alla elettrificazione delle economie e alla nascita di elettrostati che domineranno la scena economica esattamente come è accaduto in passato con i Paesi petroliferi.

Per questo Usa e Cina concordano sulla decisione di intraprendere “azioni appropriate per massimizzare gli investimenti internazionali” nel sostenere la transizione delle nazioni in via di sviluppo dall’energia basata sui combustibili fossili verso l’energia a basse emissioni di carbonio e da fonti rinnovabili.

Ecco i punti chiave dell’intesa Usa-Cina sulla decarbonizzazione:

  1. La Cina e gli Stati Uniti si impegnano a cooperare tra loro e con altri Paesi per affrontare la crisi climatica, che deve essere gestita con la serietà e l’urgenza del caso. Questo include sia il potenziamento delle rispettive azioni sia la cooperazione nei processi multilaterali, tra cui la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’Accordo di Parigi. Entrambi i Paesi ricordano il loro contributo storico allo sviluppo, all’adozione, alla firma e all’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi attraverso la loro leadership e collaborazione.
  2. Per il futuro la Cina e gli Stati Uniti si impegnano fermamente a lavorare insieme e con altre parti per rafforzare l’attuazione dell’Accordo di Parigi. Le due parti ricordano l’obiettivo indicato nell’articolo 2 dell’Accordo di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C e addirittura di fare di tutto per limitarlo a 1,5°C. A tal proposito, si impegnano a perseguire gli obiettivi preposti, anche adottando azioni climatiche rafforzate che nel prossimo decennio aumentino l’ambizione nel contesto dell’Accordo di Parigi di mantenere raggiungibile il limite di temperatura di cui sopra e di collaborare per identificare e affrontare le relative sfide e opportunità.
  3. La Cina e gli Stati Uniti intraprenderanno altre azioni a breve termine per contribuire ulteriormente ad affrontare la crisi climatica: a. Entrambi i Paesi intendono sviluppare, entro la COP 26 di Glasgow, le loro rispettive strategie a lungo termine volte alla carbon neutrality/emissioni zero di gas serra.
    Entrambi i Paesi intendono intraprendere azioni appropriate per massimizzare gli investimenti e i finanziamenti internazionali a sostegno della transizione dall’energia basata sui combustibili fossili ad alta intensità di carbonio, all’energia verde a bassa intensità di carbonio e rinnovabile nei Paesi in via di sviluppo.
    Entrambi attueranno la riduzione graduale della produzione e del consumo di idrofluorocarburi come previsto dall’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal.
  4. La Cina e gli Stati Uniti continueranno a discutere, in vista della COP 26 e oltre, di azioni concrete da attuare nel decennio in corso per ridurre le emissioni e mantenere il limite di temperatura secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi, tra cui: a. politiche, misure e tecnologie per decarbonizzare l’industria e l’energia, anche attraverso l’economia circolare, lo stoccaggio di energia e l’affidabilità della rete, la CCUS e l’idrogeno verde; b. maggiore diffusione dell’energia rinnovabile; c. agricoltura verde e resiliente al clima; d. edifici ad alta efficienza energetica; e. trasporto verde e a basse emissioni di carbonio; f. cooperazione nell’affrontare le emissioni di metano e di altri gas serra non CO2; g. cooperazione nell’affrontare le emissioni dell’aviazione civile internazionale e delle attività marittime; h. altre politiche e misure a breve termine, anche nell’ambito della riduzione delle emissioni da carbone, petrolio e gas.
  5. Le due parti coopereranno per promuovere una COP 26 di successo a Glasgow, con l’obiettivo di completare le modalità di attuazione dell’Accordo di Parigi (ad esempio, ai sensi degli articoli 6 e 13) e di far progredire in modo significativo le ambizioni climatiche globali in materia di mitigazione, adattamento e sostegno. Essi coopereranno ulteriormente per promuovere il successo della COP 15 della Convenzione sulla Diversità Biologica a Kunming, sottolineando l’importanza del quadro globale della biodiversità per il periodo post-2020, compresa la sua rilevanza per la mitigazione e l’adattamento al clima.

Il primo teatro dove misurare l’alleanza tra Stati Uniti e Cina – i due maggiori emettitori di gas serra al mondo –  sarà la conferenza COP26 a Glasgow che avrà luogo al novembre 2021. Secondo l’analisi dell’economista Carlo Pelanda su StartMag, vanno segnalate alcune tendenze rilevanti per la geoeconomia:

  • Ci sarà un impatto climatico nel futuro perché la decarbonizzazione non sarà sufficiente a fermarlo.
  • America e Cina non potranno raggiungere gli standard di decarbonizzazione in tempi utili – non prima del 2060/70 – ed hanno l’interesse congiunto ad entrare nella partita degli ecostandard globali affinché non diventino svantaggio competitivo e morale.
  • I problemi di America e Cina impattano sulla credibilità dell’approccio europeo che ha lanciato il Green Deal: la decarbonizzazione solo regionale entro il 2030-40 non potrà attutire il riscaldamento del pianeta per la parte causata dai gas serra.

Diritto d’autore: Photo by Anna Jiménez Calaf on Unsplash

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