Siamo positivi sui mercati emergenti per la seconda metà dell’anno: ci aspettiamo che restino forti ma in modo disomogeneo. Riteniamo infatti che le condizioni dei singoli paesi emergenti siano molto diverse; paesi come la Corea del Sud o Taiwan, con il loro forte posizionamento nel settore tecnologico da un lato e la loro stabilità politica dall’altro, si trovano chiaramente in una posizione più favorevole, rispetto per esempio al Sudafrica o al Brasile. Nel complesso vediamo la propensione al rischio verso i mercati emergenti completamente intatta. Gli ampi flussi di fondi verso le azioni dei mercati emergenti dimostrano questa visione.
Mercati emergenti: non sono queste Borse a trainare la ripresa
È importante però dire che i paesi emergenti non sono alla guida di questo mercato rialzista globale. Lo sono invece i mercati sviluppati e in particolare gli Stati Uniti. Ciò significa che la direzione generale delle azioni dei mercati emergenti è – almeno per ora – influenzata principalmente dai mercati del mondo sviluppato. Un parametro di rischio molto importante per gli emergenti è il dollaro USA. In generale si può affermare che più forte è il dollaro rispetto alle valute emergenti, più debole è la performance di questi mercati. Ci aspettiamo tuttavia che il dollaro USA rimanga su un percorso di leggero indebolimento per ora.
Commento a cura di Leopold Quell, gestore del team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management