In Cina, l’economia continua a indebolirsi su vari fronti. Questo vale per le importazioni e le esportazioni, la produzione industriale e il settore dei servizi. I recenti focolai di Covid-19 hanno portato a nuovi lockdown in alcune regioni, il che ovviamente non favorisce la congiuntura.

Il governo cinese potrebbe procedere con stimoli monetari e fiscali negli ultimi mesi dell’anno. Gli stimoli sono quasi inevitabili perché la crescita per il 2021 sarà probabilmente intorno all’8% nonostante rallentamento ma nel 2022 si rischia un calo almeno del 4%.

Pechino difficilmente vorrà o potrà rischiare un tale scenario. Allo stesso tempo resta un problema il settore immobiliare. Un effetto positivo relativamente grande sulla crescita potrebbe essere ottenuto con allentamenti e agevolazioni di credito, ma Pechino al momento sta ancora cercando di evitarli. I prezzi spesso sono già molto alti e i rischi per la stabilità dell’intero sistema finanziario ed economico non sono da sottovalutare se questo settore dovesse surriscaldarsi.

Cina: i settori più colpiti dagli interventi normativi

Attualmente, il rischio è anche il tema dominante per molti investitori in Cina. Dopo le grandi società di internet, altri settori sono stati presi di mira dalle autorità cinesi, per esempio, i fornitori commerciali di istruzione, i fornitori di giochi per computer e le società di consegna di cibo a domicilio. In parte le misure delle autorità rendono obsoleti i precedenti modelli di business (società di istruzione), ma questa non è l’intenzione principale di Pechino. Piuttosto, vuole mantenere, o riguadagnare, il controllo su importanti settori economici e portare avanti le riforme strutturali che sono destinate a ridurre il crescente divario sociale e contrastare le tendenze monopolistiche. Ma poiché i precisi obiettivi sono ancora formulati in modo molto vago, gli investitori temono ulteriori interventi, e gli effetti a lungo termine sulla crescita e la redditività di molte aziende sono difficili da valutare. A soffrire maggiormente sono le azioni cinesi sulle borse USA e le azioni H di Hong Kong. Queste ultime sono scese in media più del 13% a luglio, ma alcune società hanno perso il 60% e oltre. Le azioni A quotate sul continente sono state molto meno colpite, ma anche queste hanno ceduto oltre il 5%.

Cina: le incertezze normative pesano sul mercato azionario

Il contesto attuale è certamente difficile da navigare, ma allo stesso tempo bisogna continuare a monitorare la prospettiva più ampia a lungo termine. Nessuno a Pechino vuole mettere in difficoltà esistenziale aziende o settori che sono importanti per l’economia, la crescita e lo sviluppo tecnologico della Cina. A lungo termine, il mercato azionario cinese rimane molto promettente, anche in considerazione del forte calo delle valutazioni azionarie. Tuttavia, è probabile che almeno per qualche mese ancora venga scontato un premio di rischio abbastanza alto, fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza su eventuali ulteriori interventi da parte delle autorità e sarà più facile prevedere quali siano gli obiettivi concreti a cui mirano.

Testo a cura del Team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management

Diritto d’autore: Photo by Denys Nevozhai on Unsplash

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