Se si guardano solo i movimenti di mercato, il 2022 – un anno senza dubbio spettacolare – può essere riassunto abbastanza velocemente: quasi ovunque si è registrato un forte calo delle azioni e delle obbligazioni; nel caso delle obbligazioni in parte addirittura più che sui mercati azionari. I mercati azionari sviluppati hanno ceduto in media circa il 20%, le azioni dei mercati emergenti più o meno il 22%. Le materie prime sono state una delle poche eccezioni: hanno registrato aumenti dei prezzi, soprattutto nel settore energetico. Questo ha permesso anche alle azioni delle società del settore energetico di guadagnare in modo marcato, contrariamente al trend di mercato generale.
Le azioni turche si distinguono positivamente
Se si analizzano i singoli paesi emergenti, appaiono, come quasi sempre, notevoli differenze di performance. La Cina, peso massimo dei mercati emergenti, è stata tra i principali perdenti, mentre la Russia è scesa ancora di più. Anche numerosi mercati azionari dell’Europa centrale e orientale sono stati molto deboli, stretti nella morsa tra inflazione elevata e guerra in Ucraina. L’eccezione verso l’alto più importante, e probabilmente anche la sorpresa più grande, è stato il mercato azionario turco che ha fatto registrare aumenti massicci sia in valuta locale che in dollari USA. Anche in India e Brasile i mercati azionari hanno tenuto molto bene, sfidando il trend negativo globale.
Il contesto per ora resta ancora difficile
I rialzi dei tassi di interesse negli USA, l’inflazione, l’aumento del dollaro USA, le interruzioni del commercio globale dovute alle sanzioni occidentali contro la Russia nonché la rigida politica cinese riguardo al Covid-19 hanno pesato gravemente sulle economie di molti mercati emergenti. Le prospettive fondamentali per il 2023 non sono particolarmente positive; per il momento le sfide dovrebbero continuare. Tuttavia, ci sono buone probabilità che almeno i grandi paesi emergenti quest’anno riescano a evitare una recessione. La ripresa economica in Cina potrebbe trasformarsi in un importante sostegno per i mercati emergenti, ma è ancora largamente incerto quanto forte e quanto veloce possa essere la ripresa della congiuntura cinese. Molte banche centrali dei paesi emergenti hanno aumentato in modo aggressivo i tassi di interesse nel 2022. Questo, insieme all’inflazione ancora abbastanza elevata, dovrebbe pesare significativamente sulla crescita economica. Ad eccezione di Cina e India, che hanno un mercato interno molto grande, la maggior parte delle economie dei paesi emergenti segue la congiuntura globale con un certo ritardo. Ma ciò non deve necessariamente essere così anche per i mercati finanziari.
Le azioni dei mercati emergenti sulla corsia di sorpasso nel 2023?
Dopo anni in cui le azioni dei paesi emergenti sono rimaste molto indietro rispetto ai mercati sviluppati (in particolare agli USA), potrebbe essere giunto il momento di registrare un andamento superiore alla media. Il timore di perdere un eventuale movimento al rialzo potrebbe portare ad afflussi significativi di capitali e quindi a rialzi dei corsi, anche se i dati fondamentali ancora non lo permetterebbero. Negli ultimi due, tre mesi si sono già manifestate tendenze in questa direzione. Tuttavia, in un primo momento potrebbero ancora verificarsi delle correzioni, possibilmente sulla scia di un peggioramento dei dati economici globali, di delusioni sul fronte dell’inflazione e dei tassi di interesse o a seguito di un nuovo rafforzamento del dollaro USA. Nel complesso, le prospettive a lungo termine per le azioni dei paesi emergenti sono, tuttavia, buone, nonostante i rischi economici e geopolitici che indubbiamente esistono. Soprattutto l’America Latina, l’Asia orientale e i mercati dell’Europa dell’Est attualmente sembrano promettenti. Questi ultimi potrebbero inoltre beneficiare di un’eventuale fine della guerra in Ucraina, ma in cambio restano senza dubbio anche particolarmente vulnerabili in caso di espansione del conflitto.
Le obbligazioni dei mercati emergenti sembrano interessanti
Nel 2023 dovrebbero offrire buone opportunità anche le obbligazioni dei paesi emergenti. Dopo che negli ultimi anni moltissimi investitori erano fuggiti da queste obbligazioni, oggi esse sono sottorappresentate in molti portafogli. Questo vale soprattutto per le obbligazioni in valuta locale. Se dovesse affermarsi una tendenza al rialzo, il ritorno degli investitori potrebbe portare di nuovo a netti afflussi di capitale. Come sempre rimane naturalmente importante una buona selezione fra paesi, emittenti e valute.
A cura del Team Cee & Global Emerging Markets Raiffeisen Capital Management
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