I Paesi dell’Asia sono stati i primi ad essere colpiti dalla pandemia e, almeno nell’Asia orientale e sudorientale, sembra che essi siano stati anche i migliori nel controllo dei contagi rispetto all’Europa o al continente americano. Tra le principali nazioni, la Cina è quella che è tornata alla normalità in modo più esteso. Sebbene anche lì la pandemia non sia stata completamente superata, il virus sembra essere molto ben sotto controllo. Di conseguenza, la produzione industriale, ma anche i servizi e il turismo domestico si sono già ripresi molto bene. Questo lo si può osservare nei dati della produzione, nelle esportazioni e negli indicatori di mobilità. La situazione è diversa negli Stati Uniti e in Europa dove la pandemia continua a infuriare. Tuttavia, la Federal Reserve statunitense ha recentemente migliorato le proprie previsioni economiche e intravede al momento un crollo economico molto più contenuto di quello ipotizzato a giugno.

Il quadro in Europa è eterogeneo

Per alcuni probabilmente in modo sorprendente, l’Italia è già tornata ai livelli di produzione industriale pre-coronavirus, mentre la Germania è ancora ad un livello inferiore di circa il 10% rispetto ai livelli precedenti. sembrano troppo ottimistiche tuttavia le aspettative degli operatori del mercato, che prevedono una continua e solida ripresa per il quarto trimestre negli Stati Uniti e in Europa. Ciò è dovuto al fatto che i dati relativi alle nuove infezioni puntano verso l’alto praticamente ovunque, anche nei precedenti paesi modello, con pochi segni di un rapido miglioramento. I lockdown limitati nel tempo e nello spazio vengono sempre più spesso rafforzati. Da questo punto di vista, c’è indubbiamente il rischio di sorprese economiche negative. In considerazione dei danni economici che ne deriverebbero, è ancora improbabile che si verifichino di nuovo blocchi a livello nazionale, ma naturalmente non si può escludere del tutto questa possibilità. Dal punto di vista politico, tuttavia, è probabile che diventi sempre più difficile farli rispettare.
Finora è, infatti, stato dimostrato che la disciplina nell’aderire alle misure di contenimento è uno dei fattori chiave per il successo della lotta contro la pandemia. I successi di molti paesi asiatici probabilmente si basano “non solo ma anche” sulla volontà marcata della popolazione nel cooperare all’implementazione delle decisioni governative o su misure coercitive particolarmente efficaci.

Mercati azionari: ripresa “K” sempre più probabile

La situazione del Covid 19, che si è di nuovo acuita in Europa e rimane esplosiva negli USA, non si è ancora riflessa in dati economici più gravi, e non sembra costituire un problema neanche per i mercati finanziari. L’inondazione di liquidità delle banche centrali e derivanti dai pacchetti fiscali, continuano a dominare i mercati finanziari.
In generale, si può notare che, sia in termini di accesso al mercato dei capitali che di concessione di prestiti bancari e di sovvenzioni statali, le società più grandi e quotate negli USA sono molto meglio posizionate rispetto alle piccole e medie imprese. Anche qui c’è una crescente minaccia di una “ripresa a K”: un recupero a forma di V per alcuni, un nuovo crollo per altri.
Più in generale il mese di settembre ha visto una correzione, non del tutto inaspettata, soprattutto nei settori della tecnologia, delle comunicazioni e del commercio al dettaglio. Questo ha portato ad una riduzione di una serie di valori estremi legati al mercato e al sentiment, e ora si può parlare di un aggiustamento. È inoltre degno di nota il fatto che, nonostante un S&P500 prossimo al massimo storico, l’indice di volatilità VIX resti a livelli relativamente alti. Almeno in parte, ciò è probabilmente dovuto alle scommesse speculative sul mercato delle opzioni, dove la domanda di opzioni “call” è ancora molto alta e per le relativamente scarse opzioni “put”.

Focus sul mercato obbligazionario

Le fluttuazioni sui mercati obbligazionari sono state nettamente inferiori, ma la tendenza di fondo è stata nel complesso molto positiva. In particolare, i prodotti “a spread”, come le obbligazioni societarie, i titoli di Stato “periferici” della zona euro e le obbligazioni dei mercati emergenti continuano ad essere molto richiesti dagli investitori. È probabile che le obbligazioni societarie stabiliscano un nuovo record di emissione nel 2020. I titoli del Tesoro statunitense e i titoli di Stato dei Paesi “core” dell’area dell’euro hanno sostanzialmente continuato il loro movimento laterale, anche grazie ai massicci acquisti da parte delle banche centrali.

Le materie prime

Ci sono poi state notevoli correzioni nei mercati delle materie prime e nel prezzo dell’oro. Poiché questi mercati sono meno al centro dell’attenzione degli investitori e poco influenzati dalle banche centrali, queste correzioni rappresentano forse il miglior indizio del fatto che l’economia reale sia ancora lontana dall’essere rosea. Dopo che la domanda cinese era stata molto elevata negli ultimi mesi e visto che è improbabile che lo slancio della crescita acceleri ulteriormente per il momento, la domanda di materie prime potrebbe aver raggiunto un picco almeno temporaneo. A lungo termine, naturalmente, il quadro appare diverso, soprattutto se l’economia globale si riprenderà sensibilmente nel 2021 e nel 2022, come attualmente previsto.

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