La Russia mira a produrre circa 10 milioni di dosi di vaccino sufficienti per 5 milioni di persone al mese. Per l’intero 2021, in collaborazione con i produttori stranieri, dovrebbe essere possibile addirittura produrre un miliardo di dosi di vaccini. Ciò sarebbe sufficiente per l’intera popolazione della Russia e consentirebbe esportazioni significative.

Il prezzo per ogni doppia inoculazione (gratuita per i cittadini russi) dovrebbe essere equivalente a 20 dollari USA; sarebbe quindi inferiore del 50-70% rispetto ai vaccini mRNA di BionTech/Pfizer o Moderna. Sia in termini di prezzo che di uso (per esempio, le temperature necessarie per la conservazione), il vaccino russo sarebbe quindi probabilmente la prima scelta per molti paesi emergenti in particolare, a condizione che soddisfi le aspettative in esso riposte e che i risultati dei test effettuati finora vengano confermati. Nel caso di tutti e tre i vaccini menzionati ci sono ancora certi dubbi in questo senso. Sebbene ciascuno di essi sia stato somministrato rispettivamente a decine di migliaia di partecipanti, i dati sull’efficienza forniti si basano su gruppi relativamente piccoli di persone effettivamente infette (rispettivamente solo circa 40 – 150).

Il considerevole scetticismo iniziale tra gli scienziati stranieri nei confronti del vaccino russo sembra diminuire dopo gli ultimi dati aggiuntivi sugli oltre 18.000 partecipanti ai test. Inoltre, il vaccino Sputnik V ha il vantaggio di essere basato sul metodo dell’adenovirus, che viene già testato da diversi anni e funziona principalmente bene, mentre i prodotti mRNA provenienti da USA/Germania sono i primi vaccini approvati della loro specie.

Finora l’economia russa ha tenuto relativamente bene

La flessione nel secondo trimestre è stata molto meno grave rispetto alla maggior parte delle altre nazioni del G20, nonostante il crollo del prezzo del petrolio. Questo risultato è dovuto in parte all’attuazione di lockdown meno rigidi, con lo scopo di ridurre al minimo l’impatto negativo delle restrizioni sui settori produttivi. Con la seconda ondata di infezioni e l’inverno russo, questo approccio potrebbe essere messo a dura prova. Ci sono state buone notizie per l’economia russa dai mercati delle materie prime. I prezzi del petrolio e dei metalli industriali sono saliti ulteriormente. Questo ha dato slancio anche al rublo.

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