Le materie prime sono la prossima frontiera di emissioni net-zero entro il 2050. Per cogliere l’opportunità, i produttori e gli acquirenti di materie prime verdi devono agire ora. La catena del valore delle materie prime, inclusi metalli e miniere, materiali da costruzione, plastica e imballaggi, rappresenta circa il 20% delle emissioni globali di gas serra (GHG).
Spesso questa catena del valore è anche uno spreco: il 98% dei materiali da costruzione, per esempio, finisce in applicazioni di fine vita di basso valore e solo il 17% della plastica vergine prodotta ogni anno viene riciclata.
La filiera produttiva delle materie prime è in piena trasformazione verso sistemi green e a basso contenuto di emissioni. Uno studio McKinsey individua le materie prime su cui concentrarsi ed emergono alcune soprese importanti.
Acciaio, alluminio, rame e plastica costituiscono una parte significativa della domanda di materiali dell’industria. Alcuni di questi prodotti hanno anche un’impronta di carbonio significativa e allo stesso tempo sono un’opportunità sostenibile nel processo di decarbonizzazione in atto.
Si tratta del cosiddetto premio verde che sta emergendo per diverse materie prime e, oltre a fattori come la pressione dell’inflazione e la crisi da costo della vita, determinerà sempre più l’equilibrio tra domanda e offerta.
Per esempio, nell’ultimo decennio la plastica riciclata di alta qualità ha raggiunto un premio medio fino al 60% rispetto alla plastica vergine. Nel caso dell’acciaio a basse emissioni di CO2, anche i premi potrebbero essere significativi entro il 2030.
Questo processo non è valido per tutti i materiali: i premi verdi dipendono dall’equilibrio tra domanda e offerta, poiché richiedono un’offerta inferiore di materiali verdi rispetto alla domanda.
Detto questo, la finestra di opportunità per ottenere benefici durante la transizione verso materiali ecologici si sta rapidamente chiudendo. Gli operatori storici stanno aumentando la fornitura di materie prime verdi, aumentano i concorrenti lato offerta e clienti lungimiranti hanno cominciato a stipulare accordi di fornitura di materie prime green a lungo termine.
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