di Emanuela Notari

Dall’indagine condotta da Schroders Italy SIM insieme all’Università San Raffaele di Milano e da altri studi condotti negli Stati Uniti (LIMRA e Boston Con¬sulting Group) emerge che anche nelle scelte finanziarie il comportamento degli uomini differisce da quello delle donne.

Alla base c’è una diversa percezione del denaro e della sua utilità ma anche una diversa predisposizione alla gestione del rischio e alla pianificazione del fabbisogno economico futuro.

Il risultato è che le donne, inaspettatamente ma non troppo, sembrano meno propense a cadere vittime delle trappole mentali che la gestione del denaro e degli investimenti implica. Dispongono meno di risorse finanziarie, certo, ma le gestiscono in modo più corretto.

Vediamo le differenze più nette e come queste, in fondo, ricalchino perfettamente i profili psicologici e sociali maschile e femminile:

1. gli uomini sono troppo sicuri di sé, quindi corrono spesso il rischio di sovrastimare la propria capacità di controllare gli eventi, contro quello che il buon senso dovrebbe suggerire (overconfidence)

2. inoltre, come succede quando da giovani cavalcano una moto di grossa cilindrata o quando ronzano intorno a una ragazza con un preciso scopo in testa, tendono a sovrastimare le possibilità di successo e a sottostimare i rischi (optimism bias)

3. non amano prendere in considerazione opinioni che portano in una direzione opposta ai loro pregiudizi, quindi selezionano tra le informazioni disponibili solo quelle che confermano le loro opinioni pregresse (confirmation bias)

4. vendono troppo presto i titoli in ascesa accontentandosi del premio di cui hanno già goduto, cadendo così nella trappola di un coitus interruptus finanziario. Non solo. Spesso tengono in tasca troppo a lungo i titoli in discesa, sperando sempre che il vento cambi (effetto disposizione)

5. le donne, per contro, si fidano meno delle esperienze passate rispetto agli uomini, come a dire che guardano a ogni nuovo investimento come appunto un nuovo investimento, un po’ come guardare a un nuovo fidanzato come a un uomo totalmente estraneo alla sequela di partite in mutande, inquinamento acustico notturno e sopravvalutazione del diametro delle maioliche di casa che lo hanno preceduto

6. le donne sembrano anche più disponibili a prendere in considerazione investimenti con obiettivi a lungo termine, mentre gli uomini, animati da una maggiore competitività e dalla ricerca del brivido, sono più inclini alla sveltina finanziaria

7. sono anche per natura meno propense al bunjee jumping, quindi perdono il confronto con gli uomini quanto a predisposizione al rischio, tendono a drammatizzare oltre misura le perdite e faticano ad accettarne il dolore.

Tirando le somme, potremmo dire che l’essere in qualche modo neofite aiuti le donne ad essere a fidarsi meno di se stesse e dei più comuni assiomi conservativi: si è sempre fatto così, chi lascia la strada vecchia per la nuova sa cosa lascia non sa cosa trova… che per quanto relativamente innocui, al limite un po’ retrivi, se applicati alla vita di tutti i giorni, possono invece causare guai se presi sul serio in finanza.
In compenso sono trattenute dall’azzardo dal sentimento dell’angelo del focolare e vivono come una tragedia quello che in fondo è solo un aspetto del gioco.

I saggi dicono che se uomini e donne si consultassero e prendessero insieme le decisioni finanziarie, contrariamente a quanto succede nella maggior parte dei matrimoni dove l’unione fa la somma dei rispettivi difetti, molti degli errori più comuni sarebbero evitati.
E il bilancio famigliare ne trarrebbe enorme beneficio.

ARTICOLO TRATTO DA MENTE&FINANZA NR1, A CURA DI FOR FINANCE

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