Attualmente, un numero crescente di esperti sta inserendo le azioni dei mercati emergenti tra le asset class preferite per il 2020. Convengo sul fatto che il 2020 offra migliori prospettive per questi mercati, tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà l’impatto sulla Cina del Coronavirus e quanto duramente l’economia ne risentirà. Inoltre, non si sa ancora in che misura la crescita globale potrà essere e sarà influenzata. Molti esperti confrontano il nuovo Coronavirus con l’epidemia di SARS che si è verificata nel 2003 e nel 2004.

Tuttavia, sconsiglio di fare troppi paragoni, poiché la SARS è la SARS e il nuovo Coronavirus, benché simile è diverso e si sviluppa in un contesto globale differente. Anche se sono d’accordo sul fatto che ci sarà un impatto negativo sull’economia cinese, è importante tenere presente che l’economia della Cina e i suoi fattori trainanti oggi sono molto diversi rispetto agli anni in cui si diffuse la SARS. Sono cambiati anche l’importanza e il contributo della Cina al PIL globale, che oggi sono molto maggiori di quanto non lo fossero nel 2004.

Coronavirus: il confronto con SARS non è veritiero perché il contesto economico è cambiato

Oggi l’economia cinese è più orientata ai servizi e ai consumi interni, mentre nel 2003, quando era dominata dalle esportazioni, subì la fuga degli investimenti diretti esteri. Mentre siamo generalmente preoccupati per la salute e il benessere del popolo cinese, siamo fiduciosi che il governo e le organizzazioni sanitarie internazionali stiano lavorando duramente per contenere questo virus e che alla fine ci riusciranno. La domanda tornerà a crescere e l’economia si riprenderà.
Quando l’economia si riprenderà, sarà importante tenere a mente le ragioni strutturali e dinamiche per cui siamo stati positivi sulla qualità delle prospettive di crescita cinese e sulla sua influenza a livello globale. Per citarne alcune: la trasformazione dell’economia cinese che punta all’indipendenza tecnologica, l’attenzione alla qualità della crescita piuttosto che alla velocità della crescita, l’aumento dei consumi attraverso la tecnologia e il commercio, l’orientamento degli investimenti privati a livello di PMI e, per non dimenticare, il miglioramento delle relazioni commerciali con gli USA.

Coronavirus: la Cina è il principale fattore di volatilità dei mercati emergenti

Il principale fattore di oscillazione per i mercati emergenti è la Cina e la rapidità con cui essa può contenere ed eliminare la minaccia del Coronavirus e, quindi, ripartire. La Cina ha un grande impatto anche sulla crescita globale e sui suoi partner commerciali internazionali, che hanno sentito l’impatto del processo di riforma e del rallentamento economico del Paese. Senza trascurare l’impatto della recente guerra commerciale tra USA e Cina.
Anche se ritengo che sia prematuro valutare i danni totali di questa crisi di Conavirus, credo che il potenziale a lungo termine della crescita economica e della dinamica della Cina sia ancora intatto. Gli investimenti in Cina dovrebbero essere considerati in termini di leadership di mercato con una solida gestione, forza finanziaria e vantaggi completi, piuttosto che in termini di speculazione. Ho visto negli ultimi 35 anni di lavoro diretto con i mercati finanziari asiatici molti disastri, naturali e causati dall’uomo, ma inevitabilmente le difficoltà passano, e i Paesi e le persone ne escono molto più forti di prima. Non ho dubbi che sarà così ancora una volta.

Mark Monson è gestore azionario CEE & Global Emerging Markets, Raiffeisen Capital Management

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