Nato in Sudafrica, emigrato in Canada, naturalizzato negli USA. L’incipit di una storia è una parte molto importante della storia. Elon Musk ha oggi 50 anni. Nel frattempo ha fondato e guida diverse società, alcune delle quali faranno storia: Tesla, la più nota marca di macchine elettriche, una delle quali gira ancora nello spazio a 215 milioni di miglia dalla Terra da quando Elon Musk ve l’ha lanciata in una originalissima campagna pubblicitaria; Space-X che lavora su lanciatori spaziali e razzi riutilizzabili, unica azienda privata ad aver rifornito una stazione spaziale governativa, impegnata nel progetto di trasportare l’umanità su Marte; Solar City, il più grande produttore di pannelli solari negli USA; Open I società di ricerca sull’intelligenza artificiale; Neuralink società impegnata nelle neurotecnologie che lavora da anni alla creazione di un’interfaccia tra Intelligenza Artificiale e mente umana. Nel tempo libero ha progettato Hyperloop, mezzo di trasporto supersonico composto di tubi a bassa pressione che si muovono su cuscini d’aria e ora la sua ultima scommessa sono i Bitcoin. Pochi giorni fa, aveva fatto comparire l’hashtag #bitcoin sul suo profilo Twitter ed è emerso che Tesla ha investito ben 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta più scambiata nel mondo nel quadro delle sue politiche di diversificazione degli asset.
Ragazzino introverso e bullizzato, a casa veniva soprannominato “Elon encyclopedia”, perché sembra sapesse citare a memoria l’Enciclopedia Britannica. A 12 anni progetta un videogioco che grazie alla madre riesce a vendere per 500 dollari. Poi arriva la separazione dei genitori e la decisione di trasferirsi in Canada, paese di origine della madre. A 20 anni è già emigrato negli USA con il fratello Kimbal. Insieme qualche anno dopo fondano Zip2, una società che fornisce ai quotidiani un servizio guida digitale della città per i loro clienti. A 28 anni è cofondatore di PayPal. Da lì in poi, la storia imprenditoriale che abbiamo visto in apertura e la recentissima ascesa al primo posto tra gli uomini più ricchi del mondo, battendo Jeff Bezos, con un patrimonio salito a 195 miliardi di dollari dopo che la vittoria dei democratici negli USA, da sempre sensibili ai tempi ambientalisti, ha spinto vero l’alto la quotazione delle azioni Tesla.
Genio quindi, questo è fuor di dubbio, visionario coraggioso, ma anche e soprattutto esempio di resilienza. Qualche anno fa, veniva dato per spacciato perché stava dando fondo alle sue sostanze nel tentativo di far andare a buon fine il lancio dei suoi razzi, può volte fallito. Ma lui ha tenuto la barra dritta, usando tutte le sue risorse e le sue chance di avere credito e quando il lancio è riuscito ha pianto come un essere umano. Purtroppo come tutti i geni, è molto, un po’ troppo di sé. Nel 2020 si è impegnato in una querelle con le autorità locali che gli avevano imposto la chiusura di Tesla e delle altre sue fabbriche a causa del Covid, sostenendo che la pandemia era una balla e che gli ospedali americani erano vuoti. Nessuno è perfetto. Nel 2019 Maye Musk, ha scritto la sua biografia di madre di un genio. Ex modella, Maye ha studiato per diventare dietologa. Alla separazione dal marito si trova a dover mantenere e far crescere 3 figli da sola e ci riesce inventandosi vari lavori, dei quali quello di nutrizionista è sicuramente il principale, basato sulla creazione di diete a base di alimenti a buon mercato.
Forse la resilienza viene da lì. I suoi tre figli, a suo dire, erano piuttosto autonomi; non ha mai dovuto controllare che facessero i compiti né aiutarli. Non ne aveva il tempo. In cambio loro la aiutavano appena potevano, ognuno secondo le proprie inclinazioni. E, sempre secondo Maye, è stato proprio questo lasciare che ognuno seguisse le proprie attitudini a permettere a ognuno di loro di trovare la propria strada. Andate dove volete ma andateci camminando diritto. Elon imprenditore visionario, Kimbal proprietario e ispiratore di una catena di ristoranti dal coltivatore al ristoratore, Tosca titolare di una società cinematografica sembrano aver imparato la lezione.
testo a cura di Emanuela Notari