La transizione energetica sta guidando l’economia post pandemica verso le energie alternative e l’idrogeno come vettore energetico è considerato il futuro prossimo. Non si tratta di una fonte nuova: già a inizio 2000 l’economista Jeremy Rifkin aveva posto la questione nel suo libro The Hydrogen Economy, dove parla dell’idrogeno come soluzione a tutti i problemi ambientali con un’unica pecca: non si trova in natira e va prodotto e questo non elimina il problema dell’emissione di gas a effetto serra.
Questo è vero perché ancora oggi, a 20 anni di distanza dal libro di Rifkin, il 97% dell’idrogeno è prodotto da fonti fossili: 70 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno grigio sono responsabili di 830 milioni di tonnellate di CO2 liberate in atmosfera, equivalenti alle emissioni di un Paese come la Germania. Ma ci sono strade pulite e si chiamano idrogeno verde che è ricavato da fonti rinnovabili con l’elettrolisi dell’acqua; e idrogeno blu, prodotto dal metano con la cattura e stoccaggio delle relative emissioni. Si tratta due due soluzioni che sono considerate il futuro della produzione dell’idrogeno anche se al momento ancora costose.
Non c’è dubbio però che l’idrogeno verde potrebbe rivoluzionare la produzione di energia, aiutando le aziende a gestire reti elettriche più flessibili riducendo le emissioni di combustibili fossili. Lo afferma un rapporto di Morgan Stanley Research dal titolo Global Hydrogen: A 2,5 Trillion Industry? Secondo cui l’idrogeno verde può diventare il carburante ideale per i mezzi di trasporto (autobus, camion e navi) e può essere la soluzione sostenibile più efficiente per gestire l’energia delle aziende.
Resta il tema dei costi di produzione, ma secondo gli analisti di Morgan Stanley Research, l’aumento della domanda di capacità di energia rinnovabile e la diminuzione dei prezzi dovrebbe portare il costo della produzione di idrogeno a scendere del 70% entro il 2030 rispetto ai livelli attuali raggiungendo livelli simili al costo attuale del metano. Tanto che, entro entro il 2050 l’idrogeno potrebbe rappresentare 2.500 miliardi di dollari in vendite annuali globali, rispetto ai 130 miliardi di dollari del 2017.
Secondo uno studio di McKinsey sulle auto elettriche del futuro, autobus, camion e taxi a idrogeno verde sono la prossima frontiera del business automotive. La società di consulenza stima un giro d’affari potenziale dei veicoli alimentati a idrogeno a circa 2,5 miliardi di dollari entro il 2030 e un potenziale di 30 milioni di posti di lavoro entro il 2050 legati all’idrogeno verde. L’idrogeno potrebbe fare presto concorrenza al litio che è il principale elemento che compone le batterie dei veicoli elettrici che è una risorsa scarsa.
Per questa ragione l’Unione europea ha promosso lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di idrogeno verde, generato da fonti rinnovabili, finanziando una serie di progetti coordinati dal Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking, una join venture pubblico-privato che sostiene attività legate al programma Horizon 2020. L’obiettivo sono le nuove tecnologie che possano spingere l’idrogeno verde nella corsa a ridurre le emissioni globali di gas serra, in particolare come vettore per utilizzare in modo più efficiente la produzione di energia solare ed eolica.
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