Il 2022 del sistema moda si è aperto all’insegna dell’ottimismo con la settimana della Moda Uomo a Milano. Tanti gli eventi in presenza con qualche rinuncia di peso come quella di Armani che ha preferito mantenere i suoi eventi in digitale a causa della pandemia. In attesa della Milano Fashion Week e fine febbraio, il sistema moda conferma il suo impegno vero la sostenibilità che è uno dei pilastri della strategia della Camera Nazionale della Moda (CNMI).

L’industria moda, secondo un’analisi di McKinsey, ha colto l’occasione della pandemia per spingere ancora di più verso una riorganizzazione sostenibile. Si tratta di una strada obbligata dovuta alle richieste dei consumatori secondo Report 2020 sulla moda consapevole a cura di Lyst, la più grande piattaforma di moda, in collaborazione con l’associazione Good On You. In particolare:

  • i consumatori nelle loro scelte di acquisto valutano l’impatto sulle persone, l’ambiente e gli animali.
  • i prodotti più cercati sono sneakers e denim e i Paesi più impegnati in una moda consapevole sono Danimarca e Australia, seguiti da Germania, Spagna e Francia.
  • A guidare i nuovi consumi ci sono Millennials e Generazione Z che bocciano i marchi non impegnati nel sociale e nell’ambiente.

Una strada verso la sostenibilità è ridurre le collezioni e cambiare il sistema produttivo. L’industria della moda oggi è seconda per inquinamento dopo l’industria petrolifera secondo dati ONU. In dettaglio, il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di Co2 derivano dall’industria tessile; solo l’1% viene dei capi di abbigliamento viene riciclato, mentre l’85% finisce in discarica.

Diritto d’autore: Photo by Hannah Morgan on Unsplash

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