Il tema dell’invecchiamento e della longevità è disseminato di buchi di consapevolezza che contribuiscono ai tanti bias riguardo ai senior o, meglio, alla conservazione di un’idea degli “anziani” che non corrisponde alla realtà. Improduttivi e fragili è quanto ancora esce dall’immaginario collettivo, aggettivi fedeli a un’idea della vecchiaia tipica del ‘900 che per, diciamo, distrazione si tende ad applicare a una platea di 14 milioni di italiani di età e condizioni molto diverse tra loro che presentano comunque una vitalità che solo 50 anni fa era impensabile. Come tutti possiamo notare guardandoci intorno, chi passa oggi la soglia dei 65 anni oggi è tutt’altro che anziano, non si comporta come tale e non risponde all’idea di improduttività e fragilità, fisica ed economica. Naturalmente, più ci si sposta avanti nell’età minori saranno autonomia e vitalità, tanto più in un Paese dove l’aspettativa di vita continua a crescere. Ma dal punto di vista economico, e qui di questo parleremo, è un grave errore sottovalutare i senior.
A fronte del 23% della popolazione totale che rappresentano oggi, presto 35% (stima per il 2050), i 14 milioni di over 65 detengono il 40% della ricchezza nazionale e, dati Itinerari Previdenziali sulla Silver Economy alla mano, se consideriamo il bacino degli attuali over 55 aggiungiamo un altro 25% arrivando così a un totale del 65% della ricchezza nazionale a fronte di una quota numerica di individui pari al 37% della popolazione.
Inoltre, la ricchezza dei senior è quasi sempre certa, in quanto frutto di un reddito pensionistico certo e stabile, di risparmi, di case di proprietà (circa 80%) e in quasi totale assenza di debiti già estinti nei decenni precedenti. Forse per questo il livello di consumi della fascia più senior degli italiani è tutt’altro che marginale. Se nell’ultimo biennio (dati pre Covid) la spesa degli italiani è aumentata del 3,6%, quella degli over 65 ha segnato un +4,5%.
Sono degli over 65 le case più grandi, spesso le stesse nelle quali hanno cresciuto la famiglia e spesso anch’esse anziane, e forse anche per questo il 46% della spesa mensile media è destinato alla casa e alle utenze. Inoltre, sono loro, gli over 65, a tenere in piedi la cultura del nostro Paese. Secondo i dati Istat rielaborati da Censis, nel 2018 gli over 65 hanno speso 2,3 miliardi di euro per musei e mostre (+47% in dieci anni), 2,2 miliardi di euro per il cinema (+58,2%), 2 miliardi di euro per visite a monumenti e musei e siti archeologici (+74,2%), 1,6 miliardi di euro per il teatro (+29,1%) e 1,6 miliardi per concerti (+13,3%), quasi 600 milioni per andare a ballare (+12,3%), 4,9 miliardi per viaggi e vacanze anche se in questo comparto in particolare si nota la differenza tra Italia ed Europa: 49% i turisti over 65, media europea 2018, solo 28% il dato italiano.
Anche le barriere che tenevano i senior lontani dagli acquisti online stanno venendo meno grazie ai vari lockdown pandemici che hanno avvicinato molti a un utilizzo più disinvolto di siti di e-commerce e servizi di home banking. Aggiungiamo che, spinti dalle riforme pensionistiche, sempre più persone senior decidono di proseguire la vita lavorativa e quindi a mantenere più a lungo un reddito da lavoro.
Vale 2.100 miliardi la Silver Economy in Europa, pari al 13,2% del PIL dell’UE. In Italia il report di Itinerari Previdenziali parla di 304 miliardi di euro in consumi silver che l’occupazione di 5,6 milioni di persone, il che porta a un PIL complessivo, compresi gli occupati, di oltre 417 miliardi.
Ma le prospettive della Silver Economy italiana non risiedono solo nella ricchezza silver, quanto nella disponibilità di queste persone a spendere per prodotti di qualità e nella assoluta necessità di tutelare il proprio tenore di vita e il proprio benessere nei tanti anni a venire. La longevità europea, ed italiana in primis, è una promessa per un mercato in via di sviluppo dove il target senior non sia più elettivo solo per prodotti e servizi legati all’area medicale, che peraltro faranno un balzo in avanti grazie alla digitalizzazione della sanità e alle nuove tecnologie, ivi compresa l’assistenza dei grandi anziani, ma anche a soluzioni tese a migliorare il comfort della propria vita, in casa come fuori casa, ed è qui che si apriranno mercati sempre più importanti. Dal senior living per chi deciderà di vendere la casa di proprietà e trasferirsi in ambienti disegnati per ridurre i rischi domestici ed offrire più comodità e socialità ad inquilini di 80/85/90 anni, soluzioni di mobilità che ormai includono auto a guida autonoma per guidatori in là con gli anni, turismo ad hoc con soluzioni di veri e propri alberghi e villaggi turistici che offrono servizi e attenzioni speciali ai viaggiatori più senior, consulenza di longevity planning, prodotti finanziari e assicurativi mirati a tutelare dai rischi della longevità.
Immaginiamo quante altre finestre si apriranno quando nella fascia over 65 entreranno i cosiddetti boomer, abituati ad essere alto-consumanti e più disponibili verso soluzioni tecnologiche.
Testo a cura di Emanuela Notari
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