Nel 2024 è attesa una nuova riforma delle pensioni in Italia. Il tema è sempre lo stesso: la difficile sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo termine. Per far quadrare i conti delle pensioni bisogna che debito pubblico e Prodotto interno lordo siano in equilibrio. Per ora il sistema tiene ma c’è una data di scadenza: 2035. E’ quanto emerge dal Decimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura di Itinerari Previdenziali. La ragione? Entro quella data andranno in pensione i nati tra il 1959 e il 1977.

I vantaggi del fondo pensione

Per questo è fondamentale avere un assegno previdenziale integrativo che consenta di mantenere il proprio tenore di vita in vecchia. La maniera più efficace è investire in un fondo pensione. Vediamo quali sono i vantaggi:

  • Mantenere il tenore di vita. Oggi chi versa 40 anni di contributi in media va in pensione con il 65% dell’ultima busta paga. L’assegno arriva al massimo al 48% dell’ultimo stipendio per chi versa 30 anni di contributi. La rendita del fondo pensione serve a colmare il gap.
  • Fisco amico. Tutti i versamenti al fondo pensione sono deducibili. L’importo massimo annuo è di 5.164,57 euro sommando i versamenti volontari del sottoscrittore più quelli del datore di lavoro. Non rientrano in questo calcolo i versamenti che arrivano dal Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
  • Più vantaggiosi del TFR. La tassazione del TFR lasciato in azienda è calcolata sull’aliquota media Irpef degli ultimi 5 anni di lavoro e va da un minimo del 23% fino a un massimo del 43%. Le tasse alla riscossione del fondo pensione vanno da un massimo del 15% se si è versato per 15 anni fino a un minimo del 9%. Da 15 anni in avanti, infatti, ogni anno viene scontato dello 0,3% fino al raggiungimento del 9%.

Diritto d’autore: Foto di Ravi Patel su Unsplash

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