I prezzi delle obbligazioni sono aumentati nel recente passato, dato il cambio di rotta verso un percorso più accomodante di Fed e Bce. Un cambiamento dovuto al mancato raggiungimento dei rispettivi obiettivi di inflazione, ai maggiori rischi geopolitici e al conflitto commerciale che ha fatto vacillare la crescita globale, ponendo così fine alla ripresa che ha avuto inizio dieci anni fa. Di conseguenza, il raggiungimento degli obiettivi in materia di inflazione sarebbe stato praticamente irraggiungibile.

Oggi i mercati stanno prezzando ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed, ma la banca centrale statunitense sembra essere in modalità “gestione del rischio” e, poiché un grande numero di dati dipende dal suo posizionamento, non ci sembra così interessata a fare altri tagli. Se la Fed avesse ragione e il mercato torto – per il momento sembra essere stata evitata una Brexit “no deal” e la Cina e gli Stati Uniti sembrano aver trovato un punto di incontro sulla politica commerciale – le prospettive per l’economia globale migliorerebbero, portando a un calo dei prezzi delle obbligazioni. Tuttavia, credo  che questo scenario sia improbabile.

La controversia tra Stati Uniti e Cina è troppo profonda per essere risolta facilmente, per cui non ci si può attendere un grande accordo commerciale in tempi brevi. Da questo punto di vista è improbabile che vi sia un sollievo per l’economia mondiale, con il tasso di crescita dell’economia statunitense sempre più spinta al ribasso. Di conseguenza, è molto probabile che la Fed farà altri tagli, sostenendo così i prezzi delle obbligazioni.

In Europa, l’economia è ancora più esposta al commercio globale – soprattutto in Germania – e la Bce sarà probabilmente sottoposta a nuove pressioni per diventare ancora più accomodante nei prossimi sei-nove mesi. Un altro taglio del tasso di deposito è possibile entro la primavera, poiché la dinamica dell’inflazione di fondo non si riprenderà presto. In un tale contesto, le obbligazioni a rendimento negativo possono persino aumentare ulteriormente il prezzo.

Christian Zima è gestore “Rates & FX” di Raiffeisen Capital Management.

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