Tutto quello che riguarda la vecchiaia è spesso colorato con tinte sbiadite: fragilità, indigenza, decadimento cognitivo. Ciò nonostante siano ormai tantissimi gli esempi di anziani attivi, ingaggiati dalla vita, in buone condizioni fisiche e mentali ed economicamente sereni. Naturalmente ciò non significa che non vi siano pensionati indigenti; pur tuttavia, in termini medi, la classe di età meno soggetta a problemi economici è proprio quella degli over 65. Anzi, è addirittura l’unica classe di età per la quale il rischio povertà sia diminuito in Italia negli ultimi 10 anni.

Secondo l’Istat, infatti, il reddito medio della classe over 65 è in crescita. Questo perché sono andate in pensione persone che avevano una storia lavorativa migliore e ancora con il sistema di calcolo retributivo. Infatti, le ragioni per cui alla fine i pensionati di oggi vivono in condizioni mediamente migliori di quanto si pensi, e certamente migliori rispetto ai pensionati futuri, è proprio che i loro redditi sono ancora calcolati in base al reddito medio degli ultimi anni di lavoro.

È istruttiva questa tabella Istat che nette a confronto l’andamento dei redditi per fasce di età tra 2008 e 2018. Le fasce 55-65 e over 65 si staccano chiaramente dal resto della popolazione.

Ma gli anziani stanno meglio di altre fasce di popolazione anche perché in Italia gli over 65 hanno esaurito i loro debiti, per esempio il mutuo sulla casa. Il nostro Paese non è stritolato dal debito privato come altri, per esempio quelli anglosassoni, e a fronte di un altissimo debito pubblico ci salva il basso debito privato. Se non bastasse, gli over 65 hanno vissuto e lavorato in un’epoca in cui si poteva ancora risparmiare, dove il lavoro c’era, la società e l’economia crescevano, pur con alti e bassi, e la vecchia legge per cui i figli sono più benestanti dei padri funzionava ancora.         Quanti over 65 vivono in casa di proprietà? L’86,7% circa. E il 30% possiede uno o più beni immobili oltre la propria casa. Altrettanti sostengono con denaro proprio le famiglie di figli e nipoti. E’ quanto riporta un rapporto di Itinerari Previdenziali sulla Silver Economy del 2020:

“L’80% dei pensionati giudica la propria condizione economica stabile e più di un terzo dichiara di sostenere economicamente un parente stretto: un vero e proprio ammortizzatore economico, stimato tra gli 8 e i 10 miliardi di euro… Il patrimonio medio degli over 65 è di 292 mila euro, di cui 108 mila in beni mobili e 180 euro di patrimonio immobiliare medio”.

La ricchezza senior è destinata a continuare a crescere, visto che dietro preme un’altra categoria di età, la fascia 55-65, prossima alla vecchiaia e altrettanto ricca, per redditi e beni. Ecco come prevede Eurostat che aumenti il reddito medio spendibile degli over 65 dei principali paesi Europei nel confronto 2020 per il 2030.

Quindi gli anziani sono tutti benestanti?

Stanno meglio di altre classi di età, il che è parzialmente segno di un maggior benessere, ma, poiché non parliamo di ricchezze stratosferiche, lo è altrettanto di uno scadimento del reddito e della qualità della vita delle altre classi di età. Inoltre, i dati medi nascondono molte diversità che, nel caso specifico, sono sia geografiche sia, soprattutto, di genere. Se è vero come sappiamo, che il reddito pensionistico delle donne che sono in quiescenza è del 34% inferiore a quello dei loro colleghi uomini, il 12% non ha pensione e il 35% riceve un’integrazione sociale alla pensione per portarla al minimo vitale di 780 euro.

Mai come oggi è importante che i senior siano guidati nella tutela e gestione del proprio capitale. Prima di tutto per garantire a se stessi il benessere che desiderano durante tutta la loro vecchiaia –  sempre più lunga e, conseguentemente, sempre più esposta a fragilità fisiche e cognitive – ma anche per garantire che il loro patrimonio arrivi integro alle generazioni più giovani le quali, invece, non godranno della stessa disponibilità di lavoro e di reddito dei loro padri e faticheranno non poco a risparmiare per la propria vecchiaia. Tra l’uno e l’altro obiettivo, benessere personale ed eredità, dovrà essere tutelato il capitale che le donne, più longeve degli uomini, erediteranno dai mariti, e quello che le sempre più donne single avranno accumulato da sé, proprio perché, a prescindere dalla situazione familiare, tutte sono destinate a una longevità eccezionale vissuta, per una ragione o per l’altra, in solitudine.

Come spesso succede, una tutela corretta del patrimonio libera risorse. Del singolo ma anche dello Stato. Questa è la parte di missione sociale che compete ai Consulenti Finanziari. Aiutare i vostri clienti a pianificare la propria lunga vecchiaia, evitando di incorrere nel rischio di una coperta finanziaria troppo corta o di erodere per mancanza di senso di previdenza il patrimonio per fronteggiare i rischi della longevità, libera risorse dello Stato per gli anziani con meno risorse economiche. Questo si traduce in una società migliore la cui longevità, quando è sostenibile per tutti, torna a rappresentare la conquista che è.

Una missione per consulenti finanziari che scelgono di occuparsi di pianificazione della longevità. Se non voi, chi?

Testo a cura di Emanuela Notari – Active Longevity Institute

Diritto d’autore: Photo by Mael BALLAND on Unsplash

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