Sgombriamo subito il campo dall’equivoco: non stiamo parlando di un Ministero per gli anziani, ma di un ente governativo e parlamentare che si occupi di rispondere alla transizione demografica che stiamo vivendo. Nel caso italiano due sono le direzioni: una vita centenaria, data dal continuo aumento della longevità, e l’invecchiamento del Paese, dato dal combinato disposto di longevità e crollo delle nascite. Vuol dire aiutare il Paese a rendere sostenibile la realtà di una vita sempre più lunga in un Paese con sempre meno giovani. Vuol dire occuparsi dei due estremi di questa rivoluzione demografica: anziani e giovani.

Ci sono nazioni in cui il tema della longevità è stato affrontato con enti preposti, come, nel caso inglese, il National Innovation Center for Aging, ente governativo finanziato con soldi pubblici per lo sviluppo di innovazione in tema di invecchiamento (tra l’altro, alla sua guida c’è un Italiano, Nicola Palmarini), o l’Inter-Ministerial Committee on the Ageing Population di Singapore che ha cominciato ad occuparsi di tematiche legate alla longevità già negli anni ’90. Nel nostro caso il Ministero invocato dovrebbe estendere la sua competenza anche alla scarsità di giovani e, paradossalmente, alla scarsità di opportunità per i pochi giovani che abbiamo.

Cosa potrebbe fare un Ministero della Demografia?

Come nel caso di Singapore, promuovere una maggiore percezione dei temi della longevità e dell’invecchiamento del Paese e diffondere una maggiore consapevolezza della responsabilità individuale sulla sostenibilità della propria longevità. A Singapore il Comitato Interministeriale sull’invecchiamento della popolazione ha promosso 78 raccomandazioni in 6 aree strategiche: integrazione sociale degli anziani, sicurezza finanziaria, impiegabilità e lavoro senior, housing, coesione intergenerazionale.

Vediamo quali deleghe dovrebbe avere:

  • Cura e assistenza: anche a Singapore, come in Italia, la famiglia è considerata il primo pilastro del welfare, ma il Governo ha compreso che la famiglia, sempre più ristretta, ha bisogno di una rete di sostegno. Una rete che deve mettere insieme enti sociali e soggetti sanitari, pubblici e privati, mentre il Governo deve promuovere polizze assicurative sanitarie e LTC a prezzi sostenibili, cosa fattibile solo se l’adesione è di vaste dimensioni. Inoltre, come già ha fatto la Francia per sostenere la propria demografia, sono necessarie azioni di sostegno alla conciliazione tra lavoro e cura familiare e programmi di welfare aziendale di formazione dei care-giver.
  • Sostenibilità finanziaria: Singapore ha sviluppato un programma educativo pubblico di pianificazione della longevità con l’obiettivo di responsabilizzare gli individui circa la  propria sicurezza finanziaria futura e, confrontandosi con una popolazione ricca dal punto di vista patrimoniale ma povera di cash, sono stati promossi programmi di monetizzazione della ricchezza, come reverse mortgage, soluzioni di downsizing (vendita della casa di famiglia per trasferirsi in una casa più piccola e meglio attrezzata in vista di una longevità inedita) e di affitto.
  • Lavoro: il Governo ha profondamente cambiato la cultura delle imprese riguardo al lavoro senior, tanto che la stragrande maggioranza delle aziende del territorio incoraggiano i propri lavoratori più anziani a restare attivi, considerandoli fonte di conoscenze e competenze. E gli stessi lavoratori senior non intendono lasciare il lavoro prima del tempo. Nel caso italiano, la già evocata riforma dei Centri per l’Impiego e della banca dati nazionale dei lavoratori disponibili (senior e/o junior) diventerebbe centro nevralgico di incontro tra domanda e offerta di impiego, per dare ai giovani le opportunità di lavoro necessarie per iniziare una vita autonoma e agli anziani occasioni di lavoro part-time o a progetto o consulenziale per prolungare la vita attiva e continuare a produrre reddito e contribuzione.
  • Formazione: sempre più anziani che intendono restare competitivi nel mercato del lavoro e sempre meno giovani dovrebbero spingere le Università, come già accade in altri Paesi, da una parte, ad articolare un’offerta culturale per adulti che vogliono essere aggiornati o approfondire interessi educativi che non hanno esplorato prima e, dall’altra, creare occasioni di interazione tra gli atenei e il mondo del lavoro per adeguare l’offerta formativa accademica all’evoluzione delle professioni.
  • Sviluppo & Ricerca: in Inghilterra il NICA (National Innovation Center for Aging) ha utilizzato, e utilizza, fondi governativi per creare un ponte tra idee di prodotto/servizi e comunità di senior che interagiscono con ingegneri e designer dando un feed-back e opinioni utili al perfezionamento. Così nascono progetti che sono già stati testati sui destinatari e adattati in base al loro riscontro. Dall’interazione tra il Centro, le imprese e altri centri e università internazionali, nascono progetti di vasto respiro che interessano comunità sempre più estese, nutrendo una silver economy di cui il nostro Paese, così ricco di anziani e di imprese, potrebbe solo beneficiare.

Testo a cura di Emanuela Notari

Diritto d’autore: Foto di Mario Purisic su Unsplash

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