Il mix di flussi di reddito da lavoro o pensionistico e redditi passivi, come gli affitti o redditi da partecipazioni azionarie, è da sempre la ricetta per tutelare il tenore di vita. Da una parte ti dai da fare per produrre reddito (o fai valere i diritti previdenziali maturati) e dall’altra alzi la mano e cogli il frutto delle cose in cui hai investito.

Mettere a reddito una casa è sempre stato un modo per mettersi al sicuro, specie nella cultura italiana dove nulla ha mai sostituito il senso di sicurezza offerto dal mattone. Ma non molti sanno che potrebbero organizzarsi per ottenere un reddito passivo dal noleggio di opere d’arte che si trovino in casa, o per averle acquistate nel tempo o per averle ereditate dalla famiglia.

Reddito passivo: come funziona il noleggio di opere d’arte

Negli USA è molto popolare soprattutto per grandi aziende o studi professionali che vogliono offrire il meglio agli sguardi di visitatori, clienti e dipendenti, con la possibilità di aggiornare le opere esposte di tanto in tanto. In molti casi si tratta di ristoranti e alberghi, c’è chi sceglie solo artisti emergenti per aiutarli a trovare la propria strada e chi sceglie solo artisti a chilometro zero per restituire in qualche modo la propria fortuna al territorio cui appartengono.

Resta però il fatto che continuano a nascere società, soprattutto piattaforme online, che offrono un ventaglio di opere tra le quali scegliere. Il pubblico è spesso giovane, forse perché per i più giovani il passaggio culturale dal possesso al noleggio è più facile, sebbene in qualunque momento del periodo di locazione stabilito si può decidere di riscattare l’opera. Molti siti, la maggior parte, al riscatto scala gli importi dell’affitto del primo anno dal valore dell’opera.

Naturalmente la chiarezza dei termini del contratto per l’adozione temporanea di un’opera d’arte è fondamentale e molto delicata. A partire dal canone di affitto, dalla cauzione e dai costi di installazione, le società che offrono arte in affitto pretendono di far installare da personale proprio l’opera nella sede indicata dall’acquirente e che questa non venga spostata. Qualunque danno apportato verrebbe scalato dalla cauzione. Inoltre l’affittuario deve garantire condizioni di ospitalità e manutenzione al livello dell’opera. La cosa migliore, considerando tutte le clausole, è farsi seguire da uno studio legale specializzato.

Opere d’arte a noleggio: quali sono le società che offrono il servizio

Ma a chi affidare opere d’arte che vorremmo noleggiare? Dipende dall’opera d’arte. In Italia ci sono diverse società che se ne occupano e sempre più piattaforme online.

  • In genere ospitano opere di valore non superiore ai 12/15.000 euro: Arturarte, che offre un contratto di 12 mesi al costo di noleggio di 1 euro al giorno, con eventuale sostituzione dell’opera noleggiata senza costi aggiuntivi;
  • Deodato Arte, famosa per il prestito di opere di Bansky;
  • Noema Gallery specializzata in fotografia contemporanea.
  • In Inghilterra è famosa Gertrude, legato alla galleria londinese The Sunday Painter, che affitta opere al costo di 50 euro al mese di cui 30 vanno all’artista o proprietario per un periodo minimo di 3 mesi e per un numero massimo di 10 opere.
  • Rise Art, specializzata in arte contemporanea, accetta candidature di opere personali e inedite, secondo un interessante articolo sul tema di Artribune, previa approvazione digitale da parte della comunità di Rise Art e infine da un consiglio di amministrazione di esperti indipendenti che curano le opere in vendita e a noleggio sul sito. Gli artisti di Rise Art guadagnano il 50% del canone mensile e il 60% di sconto sul prezzo di vendita se un pezzo viene venduto.
  • Infine val la pena citare Film Art LA, una piattaforma di noleggio di opere d’arte originali esclusivamente per i produttori di film. Da qui verrebbero, sempre secondo Artribune, le opere presenti in Rocky e Spiderman, Birdman e Il pianeta delle scimmie, ma anche delle pubblicità della Microsoft e Apple.

Naturalmente il gioco vale la candela per chi ha più pezzi d’arte da cedere a noleggio considerato che il proprietario dell’opera riceve in media il 50% del costo di noleggio.

Nel caso invece di opere d’arte di valore superiore bisogna essere molto cauti perché l’importanza della qualità del trasporto, installazione, manutenzione è talmente alta da imporre l’assistenza di professionisti qualificati, dal legale all’esperto d’arte o restauratore. E anche la documentazione è molto più complessa ed è assolutamente necessario che il titolare disponga dell’atto di cessione dell’opera a suo nome da parte dell’autore o di galleria, che risulti anche titolare dei diritti di riproduzione per il catalogo e il materiale di merchandising dei musei come cartoline e poster. Tutti questi dettagli rientrano nel contratto di prestito che deve essere corredato dall’autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali e della Soprintendenza qualora l’opera sia oggetto di dichiarazione di interesse artistico. A questi documenti si aggiungono:

  • loan form o scheda di prestito nella quale vengono indicati i dati identificativi dell’opera e del proprietario. Nella scheda vengono anche indicate le condizioni per il trasporto e la manutenzione (naturalmente definiti con la consulenza di un esperto) e i dati della Polizza Assicurativa che accompagna il prestito.
  • condition report o scheda di riscontro, documento importantissimo per il riscontro di eventuali danni in quanto in questa sede un esperto indica nel dettaglio lo stato dell’opera alla partenza dalla sua sede abituale fino alla sua installazione nella sede che la noleggia.
  • facility report o documento tecnico in cui il locatario indica tutte le caratteristiche della sede che ospiterà l’opera, compresa temperatura e luce, del progetto espositivo e dei sistemi di sicurezza.

Testo a cura di Emanuela Notari

Diritto d’autore: Foto di Anna Kolosyuk su Unsplash

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