Gli aggiornamenti normativi previsti dalla Mifid II impatteranno non solo sul modo di lavorare dei consulenti finanziari rivoluzionando il loro rapporto con la clientela, ma anche sui modelli organizzativi e di business di banche, Sim e Sgr.
«La nuova normativa europea è ampia e complessa», ricorda Michal Kustra, membro del consiglio di amministrazione di Raiffeisen Capital Management.
«Anche perché le nuove direttive di protezione degli investitori previsti influenzeranno la distribuzione dei fondi in tutta l’UE e ricadranno soprattutto sugli istituti di credito, principali attori europei in questo particolare segmento di mercato. Non a caso la maggior parte delle banche del Vecchio Continente in questi ultimi mesi sono state impegnate ad adattare i loro canali e processi di distribuzione ai requisiti previsti dalla Mifid II. Anche i gestori di fondi dentro il 3 gennaio prossimo dovranno adattare i loro prodotti a quanto previsto dalla nuova normativa».
L’IMPLEMENTAZIONE DELLA MIFID II AVVERRA’ CON LE STESSE MODALITA’ IN TUTTE LE BANCHE EUROPEE?
No, varierà da una banca all’altra. Ma tutte dovranno investire per implementare le infrastrutture tecnologiche necessarie a gestire una consulenza personalizzata per ciascun cliente e ad amministrare gli incentivi per i distributori di fondi. Investimenti che vanno pianificati e razionalizzati nel tempo per minimizzare l’impatto e i
costi del cambiamento sul conto economico di ciascun distributore.
TUTTE QUI LE NOVITA’ PER I DISTRIBUTORI DI FONDI?
No avranno anche l’obbligo di definire il mercato target per tutti i fondi, creando un adeguato processo di governance dei prodotti, sempre nell’ottica di tutelare meglio il cliente.
COME CAMBIERA’ IL SISTEMA DEGLI INCENTIVI…
Dal 3 gennaio 2018 i distributori saranno obbligati a rimborsare ai propri clienti gli incentivi che fino a ora hanno ricevuto dalle società di gestione di fondi.
Solo nel caso in cui decidano di utilizzarli per migliorare la qualità dei loro servizi possono evitare di farlo. Per questo motivo ci aspettiamo che i distributori di fondi possano modificare gradualmente i loro modelli di business per girare direttamente ai clienti gli emolumenti, piuttosto che ricevere provvigioni dai gestori dei fondi.
Un cambiamento che richiederà tempo e che alla fine comporterà un calo delle commissioni di gestione dei
fondi. Tendenza peraltro già in atto da 2 -3 anni, complici i bassi tassi di interesse.
INSOMMA UNA PICCOLA RIVOLUZIONE CHE COINVOLGE TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE; COMPRESE LE AZIENDE CHE CREANO PRODOTTI FINANZIARI?
Sì, a loro la nuova normativa impone di adottare un preciso iter di approvazione per ogni prodotto, che tenga conto del target del cliente, questo perché la conoscenza e l’esperienza di un investitore istituzionale, come può essere una banca, è diversa da quella che può avere un risparmiatore.
Solo dopo aver analizzato i rischi associabili a ogni tipo di cliente, il produttore determinerà quali prodotti sono coerenti con le caratteristiche ed esigenze del cliente stesso.
LA MIFID II CHE IMPATTO AVRA’ SUL MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO?
Le nuove regole spingono il mercato del risparmio gestito verso una trasformazione che comporterà maggiori oneri di trasparenza e compliance con una compressione dei margini e delle commissioni.
Tutto ciò non fermerà però la crescita del risparmio gestito che in Italia nei prossimi tre anni, secondo i
calcoli fatti dalla società di consulenza PwC, dovrebbe avere una crescita del 5,5% all’anno con un patrimonio
atteso di 2.536 miliardi entro il 2020.
Non c’è dubbio però che ci sarà una maggiore pressione sugli accordi di distribuzione dei prodotti e un’opportunità
di crescita per chi saprà offrire soluzioni in grado di ridurre la complessità per i distributori, mantenendo un buon livello di remunerazione. In questo quadro, la vendita diretta di fondi ai clienti finali senza l’intermediazione di un consulente finanziario, rischia di scomparire definitivamente.
Il che, in linea di principio, è una buona cosa e potrebbe contribuire a portare maggiore trasparenza e ridurre
il rischio di vendite di prodotti finanziari inadeguati alla clientela. Ma fare consulenza seria al cliente in
materia di risparmi non è una cosa facile né tanto meno economica. Per rispettare i requisiti regolamentari
previsti dalla nuova normativa Ue, infatti, il consulente deve seguire un iter formativo adeguato, saper utilizzare i supporti tecnici oltre che informarsi costantemente ed essere in grado di spiegare nella massima trasparenza caratteristiche e costi dei vari prodotti al risparmiatore.
Un nuovo approccio al mercato che si traduce in un aumento del tempo medio necessario per servire il cliente e, di conseguenza, dei costi correlati. Quest’ultimo aspetto non va trascurato perché potrebbe mettere pressione sui
volumi minimi di investimento.
COSA INTENDE DIRE?
Aumento dei costi uguale a un incremento delle soglie minime di accesso all’investimento in fondi.
SE QUEST’EQUAZIONE SI VERIFICASSE, COSA SI RISCHIEREBBE?
Che i fondi potrebbero non essere più uno strumento di investimento per clienti mass retail i quali, soprattutto
in Europa, sono abituati a investirci piccole quantità di denaro.
DUNQUE?
A loro, non resterebbe che guardare alla più economica distribuzione digitale, che in questa situazione potrebbe
guadagnare fette di mercato.
DAL PROSSIMO 3 GENNAIO SI ALLARGANO PERO’ ANCHE I CONFINI DELLA CONSULENZA…
Sì, la Mifid II apre all’ingresso di nuovi operatori in Italia e all’espansione degli operatori italiani all’estero.
Gli articoli 26, 27, 28, 29, 29-bis e 29-ter contenuti nello schema di decreto legislativo sul quale le commissioni
Finanze di Camera e Senato si sono espresse agli inizi di luglio, preparano la strada proprio a questo scenario.
Resta da capire però come dalla teoria si passerà alla pratica considerando che il mercato della consulenza
finanziaria mantiene nei singoli Stati Ue specifiche peculiarità territoriali. Il grande dilemma sarà dunque
capire se tutte queste realtà nazionali riusciranno a dialogare fra loro nella nuova piazza transazionale che
nascerà con il recepimento di Mifid II.