Ogni anno nel mondo si producono 2,01 miliardi di tonnellate di rifiuti e, secondo una stima della World Bank, il valore è destinato a salire a 3,4 miliardi di tonnellate nel 2050. Se guardiamo all’Italia, ogni anno vengono prodotti circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Solo un terzo della spazzatura italiana viene recuperato e rigenerato a causa di un sistema basato sulle discariche classiche, come avviene nella maggior parte dei Paesi del Sud d’Europa, invece che sugli inceneritori da cui si può ricavare una buona produzione di energia.
Al livello europeo la produzione italiana pro capite di rifiuti urbani è decisamente sotto i valori della Germania e della Francia e ammonta a 486 chili – in media per tutta l’UE il valore è 481 chili a testa, negli Stati Uniti arriva fino a 734 chili. Le strategie della gestione del ciclo di vita dei rifiuti sono uno dei fattori che prendiamo in considerazione per calcolare il Raiffeisen ESG Score, un sistema di rating proprietario che valuta la sostenibilità di imprese e Paesi emittenti, e consente di ottimizzare il portafoglio dei fondi puntando su chi davvero crea valore seguendo criteri ESG.
Sul fronte rifiuti, in questo momento stiamo monitorando l’emergenza a livello globale che è rappresentata dalla plastica. Da 50 anni a questa parte, infatti, la produzione mondiale di plastica è cresciuto da 15 milioni a 310 milioni di tonnellate. Secondo alcune stime, l’80% del materiale prodotto fino ad oggi è finito nelle discariche, inquinando l’ambiente, mentre solo il 12% è stato incenerito e il 9% riciclato.
In questo modo i rifiuti di plastica nel mare, sulle spiagge e lungo le coste sono aumentati in maniera costante, tanto che si sono formate vere e proprie isole di plastica nel mare, con esempi eclatanti per grandezza nel Pacifico. La ragione è semplice: il tempo di smaltimento di un rifiuto gettato in acqua è, per esempio, di tre mesi per un fazzoletto di carta, tra 10 e 20 anni per una busta di plastica e addirittura di 500 anni per una lattina d’alluminio per bibite e mille anni per un imballaggio in polistirolo.
Trovare soluzioni alternative alla plastica, non solo in tema di imballaggio, è un grande tema di investimento sostenibile 2019 della ricerca interna di Raiffeisen. Il nostro team per l’investimento sostenibile ha trovato diverse alternative alla plastica. Tra queste ci sono le fibre naturali basate sul legno che vedono l’azienda Lenzing tra i leader a livello globale, ma anche le bioplastiche, che sono o rinnovabili o biodegradabili oppure hanno tutte le due le caratteristiche.
Un altro grande tema ambientale sono le microplastiche, ovvero le particelle di materiale plastico che non sono più grandi di un millimetro. L’industria cosmetica, la moda e in generale i processi industriali sono i principali produttori di microplastica che si differenzia in due categorie: primaria, ovvero prodotta come risultato diretto, e secondaria come risultato della frammentazione derivata dalla rottura di più grandi porzioni.
Secondo studi accademici approfonditi le microplastiche nel mare sono un pericolo globale: per la fauna marina che tende a nutrirsi di queste microparticelle scambiandole per cibo, ma anche per l’uomo che può inalarle e mangiarle consumando pesce e crostacei. Non si conoscono ancora gli effetti delle micropalstiche sulla salute umana, Raiffeisen ha condotto una ricerca interna dettagliata sul tema delle microplastiche e pubblicato un’edizione del suo periodico “investire sostenibile” già nel 2014. Da allora il team SRI di Raiffeisen ha aperto un dialogo con venti imprese globali, soprattutto nei settori dell’industria cosmetica che si sono dimostrate pronte ad eliminare le microplastiche dai loro prodotti come obiettivo a medio termine.
Tornando al tema dei rifiuti, un fattore chiave è il riciclo. A livello europeo, l’Italia ricicla 56,4 milioni di tonnellate di rifiuti, e per quantità è la seconda nell’UE dopo i 72,4 milioni della Germania. Secondo Eurostat, il 29% dell’immondizia in Italia viene riciclato, contro il 49% in Germania, il 26% in Austria e il 22% in Francia. Il valore medio nell’UE si trova al 30%. Il processo di riciclo è un tema più complesso del semplice smaltimento in discarica o negli inceneritori. Un sistema di riciclo comporta prima di tutto l’uso di materiali biodegradabili per facilitare lo smaltimento “naturale“, poi l’uso di materiali riciclabili come il vetro, evitando i materiali più difficili o impossibili da riciclare e infine la raccolta differenziata dei rifiuti come parte fondamentale del processo.
Dal punto di vista economico, la raccolta differenziata che è collegata alla separazione dei materiali può ridurre i costi di riciclo e spingere un nuovo settore di mercato rappresentato dai materiali riciclabili che vengono recuperati e poi rivenduti come materia prima o semilavorati.
Nei fondi sostenibili di Raiffeisen consideriamo il riciclo come un tema interessante con grandi prospettive. Investiamo in imprese che sono specializzate in soluzioni per vetro a rendere o lattine, ma anche quelli che dispongono di soluzioni della separazione come Tomra. Un altro tema rilevante è quello del riciclo delle batterie, un mercato che sta crescendo fortemente, basato tra l’altro sul megatrend della mobilità elettrica che vede Umicore tra le aziende meglio posizionate.
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