Questa mattina ho ascoltato un intervento di Mario Tozzi su Radio 3. Si parlava di terremoti, partendo dal disastro turco-siriano. Mario Tozzi diceva che anche da noi può succedere una catastrofe, c’è solo da chiedersi quando. Perché non è che ci manchi la cultura dei terremoti, tanti ne abbiamo avuti e come Giappone e Cile avremmo potuto farne tesoro per scongiurarne gli effetti più devastanti. Ci manca la cultura del rischio. Mi sono trovata d’accordo: in un Paese cattolico dove si baciano le immaginette e si incrociano le dita, è proprio quello che manca perché è proibito parlare di rischio, porta iella. Così siamo il Paese più sotto-assicurato d’Europa e pur essendo terra sismica rischiamo, come la Turchia, che prima o poi ricapiti di veder crollare edifici con i solai appiattiti sui piani sottostanti, effetto pancake si chiama. Tozzi dice che si possono fare interventi anche abbastanza economici, come in certi edifici antichi, per sostenere, mantenendo la distanza vitale, i solai dalle pareti su cui poggiano con zanche a L resistenti. Purtroppo in Turchia nessuno l’ha fatto… In Siria, poveri, neanche parlarne.

Perché sono così d’accordo con Tozzi? Perché ogni volta che mi trovo a parlare di rischio Longevità qualcuno, prima che apra bocca, mi prega di non essere troppo negativa, di far vedere anche il lato positivo… Ma il lato positivo di vivere fino a 100 anni è vivere fino a 100 anni. Punto. E il lato positivo di avere una clientela senior, per la consulenza finanziaria ma per chiunque, é che sono la fascia più ricca del Paese. Talmente evidente che non c’è bisogno che lo dica io.

Ciò di cui c’è bisogno, invece, è diffondere la cultura del rischio per sottrarre una vecchiaia sempre più lunga a buona parte di dei suoi effetti potenzialmente nefasti: una volta ci si assicurava contro il rischio di morte prematura, adesso ci si deve assicurare contro il rischio di vivere più a lungo delle proprie risorse. Questo è il mio compito e quello di tutti quelli che si occupano di pianificazione della longevità. Ciò nonostante, nel rispetto delle regole italiane di conversazione sul tema, comincerò dai lati positivi.

Quali sono i vantaggi della longevità?

Innanzitutto, vivere più a lungo. Sperimentare più a lungo quella fonte inesauribile di esperienze che è la vita. Ma anche avere intorno i propri affetti più a lungo, vederli crescere e maturare, seguire le loro vite ed essere ancora presenti alla bisogna. Poter leggere il libro che non è ancora stato scritto o il film che è ancora abbozzato nella testa del grande regista. Poter vedere come se la cava la Camelia: se continua a raddoppiare i fiori di anno in anno, voglio proprio vedere dove vuole arrivare. Iniziare un’attività insospettata da pensionato e trovare che hai il senso degli affari e non aver nessuna intenzione di smettere. O iniziare un corso universitario di sociologia e trovare che è una bugia che da anziani non si possa più imparare. Veder arrivare il figlio di secondo letto del figlio che si è appena sposato. Così è la vita e ti commuoverà tanto quanto quello di primo letto. Vedere da vicino il Metaverso e farti la tua opinione invece di orecchiare di cosa si tratta di qui e di là. Vedere la pace tra Israele e Palestina, o tra Russia e Ucraina. O festeggiare la prima donna alla guida dell’Iran. E vedere l’effetto che fa.

Quali sono i rischi della longevità?

Rischio di inadeguatezza del reddito pensionistico se i risparmi con cui normalmente lo si integra non bastano per una vita lunga 100 anni. Rischio di sbagliare il calcolo, parametrando la pianificazione della propria longevità sugli 82,5 anni di aspettativa media di vita, senza tener conto che passati gli 80 aumenta la probabilità di raggiungere i 90 rispetto alla media della popolazione. Rischio di erodere il patrimonio che si intende lasciare in successione con le spese di assistenza in caso di un’eventuale perdita di autonomia. Rischio che casa tua, che nessuno aveva previsto avresti abitato ancora a 90 anni suonati, anziché giocare il tuo gioco di longevità ti remi contro con barriere architettoniche, assenza di ascensore, isolamento, continuo aumento delle spese per manutenzione e/o energia. Rischio che vivendo così a lungo i tuoi figli vedano arrivare la ricchezza che hai messo da parte per loro quando già saranno anziani loro stessi. Rischio che tua moglie o, peggio (solo in senso successorio) la tua compagna, statisticamente più longeva di te, debba passare gli ultimi 5/7 anni della sua vita da sola, molto anziana e quindi molto fragile, con meno o zero risorse non perché non ci sono mai state, ma perché non l’avevi previsto. Eliminare i rischi è impossibile. Ridurre quelli che possiamo controllare, in toto o in parte, invece è nelle nostre facoltà. Toccando legno.

Testo a cura di Emanuela Notari

Diritto d’autore: Foto di Dayne Topkin su Unsplash

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